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Questo volume si propone di interrogare lo statuto della filosofia come pratica di scrittura. Il gesto silenzioso e incosciente di una traduzione che consente di trascrivere un pensiero da una lingua nell'altra si trasforma nell'evento senza soggetto dove ha luogo la produzione del concetto teorico. Come assumersi la responsabilità di una tale esperienza di pensiero? Essa si presenta come un meccanismo di alterazione che minaccia l'identità di chiunque intenda farla propria. La scrittura scava una alterità irriducibile nell'apparente identità del concetto e apre così il campo di una pratica teorica che si assume la responsabilità di custodire l'insensatezza di ogni donazione di senso.